Prevenzione

Segnali da cogliere

Prendere coscienza dell’esistenza di un disordine alimentare non è mai semplice: si tratta di patologie estremamente complesse e sfuggevoli, ma alcuni segnali potrebbero fungere da campanello d’allarme.
In primis le alterazioni dell’atteggiamento nei confronti del cibo, come la riduzione progressiva dell’alimentazione, il controllo ossessivo delle calorie e degli alimenti e l’insorgere di abitudini alimentari inusuali e non di rado compulsive (una delle più frequenti è lo sminuzzare il cibo).
Ma il problema potrebbe essere indicato da comportamenti che non riguardano affatto il campo della nutrizione: chi soffre di disturbi dell’alimentazione tende a mettere cibo, dieta e peso al centro di ogni conversazione, isolandosi progressivamente dall’ambiente sociale e familiare e manifestando comportamenti di iperattività. L’ossessione per il proprio aspetto e per la propria forma fisica accompagnano frequentemente tutta la vita della persona malata.
Vi sono poi alcuni sintomi più gravi, da considerare come veri e propri segnali d’emergenza: l’instabilità del tono e dell’umore, l’insonnia, i comportamenti autolesivi, gli svenimenti e le aritmie cardiache potrebbero essere infatti segno di un grave disagio e di uno stato ormai avanzato della patologia.

Sensibilizzazione

Genitori, famigliari e amici possono naturalmente essere i primi ad accorgersi dell’esistenza di un disordine alimentare. Si tratta delle persone più vicine al malato, quelle che sono più portate a notare cambiamenti nelle sue abitudini e nei suoi atteggiamenti, rispetto al cibo o semplicemente all’ambiente sociale.
Ma un ruolo altrettanto determinante può essere svolto anche dai medici che, pur essendo specializzati in campi del tutto diversi da quelli della psicologia o della nutrizione, constatino nei propri pazienti segnali allarmanti e possibili indizi di una patologia alimentare.
Il ginecologo che si trova confrontato ad un evidente episodio di amenorrea (mancanza del ciclo mestruale), o il dentista posto di fronte ad erosioni dentali ed incisivi fratturati potranno svolgere un servizio utile quanto quello delle cure da loro fornite abitualmente discutendo del problema con il diretto interessato, ed eventualmente segnalando il suo caso ad un centro competente.

Il fenomeno dei siti Pro-Ana

Secondo gli esperti sono migliaia, su internet, i siti e i blog in cui ragazze e ragazzi si raccontano diffondendo una vera e propria “religione” dell’anoressia. Documenti che vengono consultati principalmente da ragazze tra il 12 e i 28 anni, parlando di questo disturbo alimentare come di una sorta di stile di vita, mitizzandolo invece che vedendolo come un pericolo o una minaccia. Sul web si trovano centinaia e centinaia di pagine piene di consigli su come vomitare e nascondere i segni della malattia ai genitori.
Data la natura della patologia, che si caratterizza anche per la sensazione di ebbrezza e di forza proveniente dalla privazione del cibo, incentivi di questo genere – amplificati da una grande community virtuale – possono essere particolarmente efficaci sulle menti di chi è malato.
Tra gli esperti il dibattito sull’opportunità di chiudere questi siti – che secondo molti potrebbero invece essere analizzati per comprendere la mente delle malate – è tuttora aperto. Quello che è certo, e che la consultazione frenetica di pagine di questo genere potrebbe essere sintomo di un disturbo già presente e pronto ad esplodere.