Torna all'ORL "Leggere con cura". La poesia somministrata in corsia
26 ottobre 2011
<p>La Direzione dell'Ospedale Regionale di Lugano in collaborazione con Poesiapresente la definiscono «una delle medicine naturali più curative che l’uomo abbia mai inventato ». Per cercare di aiutare i pazienti nel percorso della guarigione, nelle corsie degli ospedali tornerà quest’anno per la seconda volta nientemeno che l’ars poetica, balsamo per l’anima ma di conseguenza – e qui sta il punto – anche per il corpo. Il progetto si chiama “Leggere con cura” e coinvolgerà, dal 24 al 30 ottobre, i degenti dell’Ospedale regionale di Lugano – Civico e Italiano, e la Clinica Riabilitativa di Novaggio. Una cartolina al giorno e una poesia al giorno: e da lì, chissà che quelle stesse card postali non seguano poi la loro natura, vagando come polline e arrivando chissà dove. Non si tratta di un semplice passatempo, pensato come diversivo per chi è costretto a letto. Piuttosto, l’intenzione è espressamente quella di offrire una «carezza poetica» a chi sta affrontando la malattia. Curare e prendersi cura delle persone malate non è mai un’attività che si esaurisce nell’espletamento di mansioni tecniche. La letteratura e la poesia offrono la possibilità di ampliare l’orizzonte dell’immaginazione ed educano la sensibilità. Il presupposto è che, da un lato, attraverso l’apertura di uno spazio condiviso dal linguaggio artistico e dal discorso medico si possa giungere a comprendere meglio cos’è la malattia e cosa significa essere ammalati e, dall’altro, che la letteratura, il teatro, la poesia, consentono di far emergere le emozioni, di dare loro un nome e di ampliarne l’orizzonte di significato. La poesia, insomma, come spunto per una riflessione su sé stessi e sulla malattia; come punto di partenza – o di transito – per affrontare un percorso di cura, come incontro con l’altro e con la vita. Perché mentre la vita, come scrive Imre Kertesz, è piuttosto cieca, la scrittura è piuttosto vedente ed è per questo che la letteratura rende visibile ciò che la vita non vede delle sofferenze legate alla malattia, all’abbandono, alla morte e, nel suo aspetto intimo, offre forma e contenimento all’esperienza del dolore. Sei poesie, quindi, tutte inedite e firmate quest’anno dalle penne di Prisca Agustoni, Yari Bernasconi, Vanni Bianconi, Pierre Lepori, Tommaso Soldini e Flavio Stroppini. A conclusione della settimana, ai pazienti sarà offerta un’ultima cartolina, questa volta illustrata: si tratta della riproduzione di un’opera creata appositamente per il progetto dall’artista e illustratrice Fiorenza Casanova, di cui attualmente è in corso proprio al Civico un’esposizione.</p> <p> </p>