Più potente e confortevole la risonanza magnetica dell’ORBV

28 luglio 2011

<p><strong>Immagini pi&ugrave; nitide per il medico radiologo, seduta pi&ugrave; breve per il paziente. La nuova risonanza magnetica (RM) dell&rsquo;Ospedale San Giovanni, con una potenza doppia (3 Tesla) rispetto alla macchina rimasta in servizio per 13 anni, ha migliorato ulteriormente la precisione della diagnosi e offre stimoli significativi alla ricerca clinica. Il tubo in cui viene posto il paziente ha un diametro maggiore, pensando a coloro che soffrono di claustrofobia; anche la sala d&rsquo;esame &egrave; pi&ugrave; confortevole, iniziando dalle luci che cambiano tonalit&agrave;.</strong></p>

La RM, impiegata per “vedere” le parti molli dell’organismo, offre immagini eccellenti dei tessuti, in particolare quelli cerebrali, del sistema cardiovascolare e delle articolazioni, per esempio le lesioni delle cartilagini dovute a traumi o malattie degenerative. La RM non utilizza i raggi X ma funziona con impulsi elettromagnetici, innocui per l’organismo.

Per i bambini più piccoli
La nuova apparecchiatura, mezza giornata ogni settimana, viene impiegata pure negli esami sui bambini d’età inferiore a 2 anni, provenienti da tutto il cantone, che necessitano dell’anestesia per rimanere immobili; l’ospedale di Bellinzona, nell’ambito del mandato conferitogli dall’EOC, dispone, infatti, di figure professionali specifiche nelle discipline pediatriche.

Un valore per la ricerca
La potenza della nuova RM permette pure di sviluppare ulteriormente l’imaging dell’arteriosclérosi, il restringimento cronico delle arterie, fattore di rischio per infarto e ictus. Sia il primario di cardiologia Prof. dr. Augusto Gallino, sia il primario di radiologia PD dr. Rolf Wyttenbach, entrambi docenti universitari, conducono proprio nel campo cardiovascolare ricerche già pubblicate su importanti riviste internazionali. La qualità degli studi può migliorare in modo significativo grazie anche all’acquisizione digitale delle immagini, una tecnica nuovissima, applicata, finora, in Svizzera, soltanto su due RM, quella di Bellinzona e del Politecnico di Zurigo.

Complemento d’informazione
Una diagnosi basata sul movimento dei protoni
La risonanza magnetica muove i protoni, fra le particelle più piccole della materia, contenuti nel nucleo degli atomi delle cellule del corpo umano. Sempre in movimento, i protoni, quando il paziente entra nel tubo della RM, vengono allineati dal magnete lungo un asse. L’apparecchiatura invia degli impulsi di radiofrequenza alla parte del corpo che dev’essere esaminata; i protoni allora si muovono e poi ritornano sull’asse iniziale, generando dei segnali che danno luogo ad immagini.

Le prime applicazioni risalgono agli anni ’40 del secolo scorso e ben 4 scienziati, nel corso dei decenni, furono insigniti del Premio Nobel grazie alle loro scoperte man mano acquisite in questo particolare campo della diagnostica per immagini.

La sala in cui si trova la macchina installata all’ORBV è stata interamente posta all’interno di una gabbia di lastre d’acciaio (gabbia di Faraday) per evitare interferenze con apparecchiature ed attrezzature mediche circostanti (telefonini, ascensori, monitor).

Ulteriori informazioni potranno essere ottenute presso il PD Dr. Rolf Wyttenbach, Primario di radiologia dell’ORBV - tel. 091 811 86 54.

Social share