Tumori di due ghiandole, cure più efficaci grazie a ricerche condotte in Ticino presso il Servizio di Medicina nucleare EOC

19 agosto 2005

Il trattamento di due tumori maligni, alla tiroide e alla ghiandola surrenale è diventato più efficace grazie anche ai risultati di lavori scientifici coordinati dal dr Luca Giovanella, nell’ambito del Servizio cantonale di Medicina nucleare di Bellinzona, di cui il dr. Giovanella è responsabile. I lavori sono appena stati pubblicati su rilevanti riviste internazionali. In ottobre i risultati di queste ricerche saranno illustrati come relazioni al Congresso europeo di Medicina nucleare in programma ad Istanbul

Nel solo Canton Ticino sono circa 200 i pazienti attualmente in cura per tumore tiroideo, un carcinoma che richiede necessariamente l’asportazione chirurgica della ghiandola prima della terapia con isotopi ed ormoni. La ricerca ha stabilito che la misurazione, subito dopo l’intervento, di una sostanza contenuta nel sangue prodotta dalla stessa tiroide, la tireoglobulina, offre indicazioni precise sul grado di aggressività del tumore, che risulta più o meno elevato a seconda del quantitativo di tale “marcatore” del sangue. Associando a questo dosaggio una scintigrafia con MIBI (che rileva e localizza le cellule tumorali) è possibile ottenere un quadro preciso della situazione e decidere le migliori terapie. Grazie alla possibilità di conoscere dati importanti sul tipo di tumore alla tiroide, la gestione delle terapie è diventata più semplice e in particolare è stato assai ridotto il numero dei controlli cui i pazienti devono sottoporsi periodicamente. Tali controlli richiedono la sospensione delle terapie ormonali per diverse settimane con importanti disagi nella qualità della vita del paziente. Finora questi indici erano utilizzati nel monitoraggio dei pazienti solo dopo la terapia con radioiodio: questa ricerca dimostra la sua utilità anche in fase precoce; in alcuni casi, i pazienti potranno anche evitare la terapia radiometabolica. Lo studio è stato condotto tra il 2000 e il 2004 in un gruppo di 156 pazienti, in Ticino e all’Ospedale di Circolo e Fondazione Macchi di Varese. La validità dello studio è stata riconosciuta su scala internazionale. I risultati, infatti, sono stati pubblicati sul Clinical Chemistry and Laboratory Medicine, autorevole rivista nell’ambito della patologia clinica. Grazie ai progressi registrati negli ultimi anni nel trattamento di questo tumore le possibilità di sopravvivenza sono oggi complessivamente maggiori del 90% a 20 anni dalla diagnosi. Tumori neuroendocrini Il medesimo gruppo di ricercatori, nel campo dei tumori neuroendocrini, ed in particolare quello alla ghiandola surrenale (feocromocitoma), ha dimostrato che con un semplice prelievo del sangue si può effettuare una diagnosi precoce. Anche questa volta è stato misurato un marcatore del sangue, la cromogranina A, prodotta dalle cellule endocrine presenti in varie parti dell’organismo umano, come il tratto gastroenterico, il pancreas e i bronchi. Il tumore produce una grande quantità di adrenalina che può essere letale poiché provoca gravi crisi di ipertensione. Tempi di diagnosi molto brevi, unitamente a strumenti diagnostici d’avanguardia (scintigrafie con i radiofarmaci MIBG e Octreoscan) consentono ora di capire se si tratta effettivamente di un tumore, mettendo poi in campo rapidamente le terapie, con ottime possibilità di guarigione; oppure se l’ipertensione è dovuta ad altre malattie, per le quali occorre pure mettere in campo immediati rimedi. Nel Ticino sono una trentina le persone attualmente in cura per tumore neuroendocrini. Gli studi sono stati pubblicati su Anticancer Research e su Quarterly Journal of Nuclear Medicine; il dr.Giovanella è stato pure chiamato a presentare la sua esperienza in questo ambito a Pechino, Hong-Kong e Seul dalla Società di Medicina Nucleare dell’Asia ed Oceania. Alla base dei due studi vi sono nuovi criteri per misurare sostanze contenute nel sangue a bassissima concentrazione e perciò difficili da individuare. Le ricerche, che vedono impegnato da diversi anni il dr Luca Giovanella hanno coinvolto anche il Laboratorio di endocrinologia e oncologia dell’Ospedale di Circolo di Varese e il Laboratorio di immunologia clinica dell’Ente ospedaliero cantonale (EOLAB) di Bellinzona, diretto dal dr Franco Keller. Notevole, nella determinazione dei risultati, l’apporto degli strumenti diagnostici della medicina nucleare, quali appunto la scintigrafia con traccianti oncotròpi e recettoriali. Presto l’arrivo, a Bellinzona della PET, tomografia a emissione di positroni che verrà presentata prossimamente alla stampa. Il Servizio cantonale di Medicina nucleare Il Servizio cantonale di medicina nucleare si occupa dell’applicazione clinica sui pazienti di sostanze debolmente radioattive a scopo sia diagnostico che terapeutico. E’ possibile effettuare studi diagnostici (scintigrafie, PET) in tutti gli organi ed apparati corporei e, in particolare, in ambito cardiologico, ortopedico/reumatologico, oncologico ed endocrinologico Inoltre è possibile trattare con radiofarmaci i tumori alla tiroide, i carcinomi di tipo neuroendocrino (localizzati all’intestino, pancreas, bronchi, surrene), alcuni linfomi, le metastasi ossee ed anche alcune patologie alle articolazioni. Da alcuni anni il servizio ha una propria autonomia nell’ambito dell’Istituto oncologico della Svizzera italiana (IOSI) ed è strutturato in due sedi, a Bellinzona e Lugano, nel rispetto del concetto di “ospedale multisito” dell’EOC.

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