Morbo di Basedow

Il Morbo di Basedow, conosciuto anche come malattia di Basedow-Graves, è una patologia autoimmune della tiroide che provoca una produzione eccessiva di ormoni (ipertiroidismo). Si può manifestare anche accompagnata da sintomi sistemici e oculari caratteristici, come occhi sporgenti (orbitopatia basedowiana). Una diagnosi precoce e un trattamento mirato sono fondamentali per evitare complicazioni.

Panoramica


Il Morbo di Basedow è una malattia autoimmune con ipertiroidismo causato da anticorpi diretti contro il recettore del TSH (anticorpi anti-recettore TSH). Questi anticorpi mimano l'azione dell'ormone stimolante la tiroide, inducendo la ghiandola a produrre quantità eccessive di ormoni tiroidei (T3 e T4). Questo porta l’organismo a ricevere un eccesso di ormoni tiroidei rispetto ai suoi fabbisogni e quindi vari sintomi.

La malattia colpisce più frequentemente le donne rispetto agli uomini, in particolare tra i 30 e i 50 anni, e rappresenta la causa più comune di ipertiroidismo nelle aree con adeguato apporto iodico. Oltre ai sintomi sistemici legati all’eccesso di ormoni, può associarsi a manifestazioni oculari specifiche, note come oftalmopatia basedowiana, con occhi sporgenti, vista doppia e infiammazione oculare.

Presso il Servizio di Endocrinologia e Diabetologia EOC i pazienti con ipertiroidismo autoimmune come il Morbo di Basedow possono contare su un approccio multidisciplinare e su percorsi diagnostico-terapeutici aggiornati, che garantiscono un trattamento efficace e personalizzato.

Cause e fattori di rischio


Le cause esatte del Morbo di Basedow non sono ancora del tutto chiarite, ma la ricerca scientifica indica una combinazione di predisposizione genetica e fattori ambientali come base della malattia.

Fattori genetici

È documentata una maggiore incidenza della malattia tra familiari di primo grado di persone affette da disturbi autoimmuni della tiroide. Alcuni geni coinvolti nella regolazione del sistema immunitario sembrano aumentare la suscettibilità allo sviluppo del Morbo di Basedow.

Fattori ambientali e stili di vita

Vari elementi esterni possono influire sull’insorgenza della malattia nei soggetti predisposti:

  • stress psico-fisico intenso e prolungato può alterare l’equilibrio immunitario;
  • infezioni virali potrebbero agire da trigger per la risposta autoimmune;
  • fumo di sigaretta è un noto fattore di rischio indipendente per l’aggravamento della oftalmopatia basedowiana;
  • esposizione a sostanze tossiche o contaminanti ambientali può influire sul funzionamento del sistema immunitario.

Fattori ormonali e demografici

  • Il morbo è significativamente più frequente nel sesso femminile, con un rapporto di circa 7:1 rispetto agli uomini.
  • La malattia si manifesta tipicamente tra i 30 e i 50 anni, ma può comparire anche in età adolescenziale o più avanzata.

Comorbidità autoimmuni

Chi soffre di altre malattie autoimmuni, come la celiachia, il lupus eritematoso sistemico o il diabete di tipo 1, presenta un rischio aumentato di sviluppare anche un’alterazione immunitaria della tiroide. Nonostante l’impossibilità di prevedere con certezza l’insorgenza della malattia, riconoscere i fattori di rischio può facilitare un'identificazione precoce e una gestione tempestiva.

Sintomi


Il quadro clinico del Morbo di Basedow è ampio e varia da paziente a paziente, in base all’entità dell’ipertiroidismo e alla presenza di manifestazioni extra-tiroidee, in particolare oculari. I sintomi principali derivano dalla stimolazione eccessiva dei recettori degli ormoni tiroidei in vari tessuti.

Sintomi sistemici

  • Tachicardia e palpitazioni, talvolta con aritmie come la fibrillazione atriale.
  • Sudorazione aumentata, intolleranza al caldo.
  • Dimagrimento involontario, nonostante un appetito aumentato.
  • Irritabilità, ansia, agitazione e alterazioni dell’umore.
  • Tremori fini alle mani.
  • Astenia e debolezza muscolare, specialmente agli arti inferiori.
  • Insonnia e disturbi del sonno.
     

Sintomi tiroidei locali

  • Gozzo, ovvero tiroide ingrossata visibile o palpabile, sintomo frequente e spesso iniziale.
  • Sensazione di pressione a livello del collo, difficoltà nella deglutizione o respiro affannoso.
     

Sintomi oculari (oftalmopatia basedowiana)

  • Esoftalmo (occhi sporgenti Basedow), causato dall’infiammazione e dal rigonfiamento dei muscoli extraoculari.
  • Fotofobia, secchezza oculare, sensazione di corpo estraneo.
  • Visione doppia (diplopia), dovuta all’alterazione dei movimenti oculari.
  • In casi gravi, rischio di compressione del nervo ottico, con calo della vista.

Il riconoscimento dei primi segnali, soprattutto in presenza di sintomi oculari insoliti o alterazioni del ritmo cardiaco, è essenziale per eseguire una diagnosi tempestiva e prevenire complicanze.
 

Prevenzione e diagnosi precoce


Non esiste attualmente una strategia di prevenzione specifica per il Morbo di Basedow, trattandosi di una malattia autoimmune con predisposizione genetica. Tuttavia, alcune misure possono contribuire a una diagnosi precoce e a una migliore gestione dei sintomi.

Prevenzione secondaria

  • Evitare il fumo: fondamentale per ridurre il rischio e la gravità della oftalmopatia.
  • Controlli specifici in caso di familiarità con patologie autoimmuni.
  • Valutazione endocrinologica in presenza di sintomi compatibili con ipertiroidismo.
     

Strumenti diagnostici

Presso l’EOC, i pazienti sospettati di avere un’alterazione tiroidea possono essere sottoposti a un percorso diagnostico completo, che include:

  • esami del sangue: il dosaggio degli ormoni tiroidei (T3, T4) e del TSH consente di identificare un ipertiroidismo. Il riscontro di ormoni tiroidei alti e TSH soppresso è tipico;
  • dosaggio degli anticorpi anti-recettore TSH (TRAb): test altamente specifico per la diagnosi del Morbo di Basedow;
  • ecografia tiroidea: utile per valutare la struttura della ghiandola e confermare la presenza di gozzo tossico diffuso;
  • scintigrafia tiroidea: fornisce informazioni funzionali sulla captazione dello iodio, utile per differenziare altre forme di ipertiroidismo;
  • valutazione oculistica: nei pazienti con sintomi oculari, è indispensabile una visita specialistica per monitorare l’infiammazione e la pressione retrobulbare.

Una diagnosi accurata e precoce è determinante per evitare evoluzioni gravi come la crisi tireotossica.
 

Trattamento


Il trattamento del Morbo di Basedow si adatta alle caratteristiche cliniche del paziente e mira a normalizzare la funzione tiroidea, controllare i sintomi sistemici e gestire le manifestazioni oculari. Di seguito le principali opzioni terapeutiche.

Terapia farmacologica

Rappresenta la prima scelta di trattamento nella quasi totalità dei casi e si fonda su:

  • farmaci antitiroidei: metimazolo (tiamazolo) o propiltiouracile inibiscono la sintesi degli ormoni tiroidei. Vengono somministrati per periodi prolungati sotto controllo medico;
  • betabloccanti: come il propranololo, per il controllo dei sintomi cardiaci nelle fasi iniziali della malattia in attesa della normalizzazione ormonale.

Terapia con iodio radioattivo (iodio-131)

  • Consiste nell’assunzione orale di iodio radioattivo, che viene captato dalla tiroide e ne provoca la distruzione selettiva.
  • È una soluzione efficace e definitiva, ma conduce a ipotiroidismo permanente, gestibile con terapia sostitutiva a base di levotiroxina.
  • In determinate situazioni può rappresentare la prima scelta di tratamento.

Chirurgia (tiroidectomia)

  • Indicata nei casi di recidiva di ipertiroidismo dopo una iniziale efficacia del trattamento farmacologico, controindicazione al trattamento con iodio radioattivo, o in presenza di gozzo voluminoso non trattabile con radioiodio.
  • Generalmente è totale per cui determina ipotiroidismo definitivo che richiede terapia ormonale sostitutiva con levotiroxina.

Trattamento dell’oftalmopatia

  • Corticosteroidi sistemici nei casi di infiammazione acuta.
  • Terapie mirate come radioterapia orbitale o chirurgia decompressiva in casi gravi.
  • Supporto con lenti prismatiche, lubrificanti oculari e occhiali protettivi.
  • Immunoterapie.


Presso l’EOC, il trattamento del Morbo di Basedow è coordinato da un team multidisciplinare che include endocrinologi, oculisti, medici nucleari e chirurghi. Il follow-up costante è fondamentale per adattare la terapia e monitorare la funzionalità tiroidea nel tempo.

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