Oncologia pediatrica EOC : decisioni in ossequio alla pianificazione del Gran Consiglio

30 gennaio 2007

Bellinzona, 30 gennaio 2007. L'Ente ospedaliero cantonale ha preso atto dell’avvio della petizione da parte del Comitato per l’oncologia pediatrica di Locarno con la quale si chiede di abbandonare il progetto di chiusura del servizio dell’oncologia pediatrica oggi situata all’ospedale regionale di Locarno e del trasferimento all’ospedale regionale di Bellinzona e Valli.
L’EOC sta preparando da oltre un anno il trasferimento dell’attività da Locarno a Bellinzona, in ossequio alla decisione del Gran Consiglio del 29 novembre 2005, nell’ambito dell’approvazione della terza tappa della pianificazione ospedaliera cantonale ai sensi dell’art. 39 LAMal. Il progetto di trasferimento prevede lo spostamento delle attività, delle competenze e del personale medico e infermieristico interessati a proseguire nella nuova sede la propria attività. Saranno pure messe in atto nuove sinergie con le sotto-specialità pediatriche già presenti a Bellinzona e con lo IOSI. Nessun posto di lavoro andrà perso o soppresso.

Da una quindicina d'anni il Cantone Ticino dispone di un servizio di oncologia pediatrica. Per ragioni sostanzialmente legate a necessità di ordine funzionale e organizzativo della Responsabile dell’oncologia pediatrica, si era allora deciso di concentrare provvisoriamente queste casistiche nel reparto di pediatria dell’Ospedale regionale di Locarno. Con l’approvazione della citata terza tappa della pianificazione ospedaliera ai sensi dell’art. 39 LAMal - avvenuta il 29 novembre 2005 da parte del Gran Consiglio e cresciuta in giudicato - tutte le sottospecialità pediatriche sono state centralizzate all’Ospedale regionale di Bellinzona e Valli, sede San Giovanni. In quest’ambito rientra pertanto anche l’oncologia pediatrica che dall’ospedale regionale di Locarno deve essere trasferita all’Ospedale regionale di Bellinzona e Valli. Allo scopo di dare seguito a questa volontà parlamentare è stato costituito un apposito Comitato guida del progetto composto dai Direttori dei due ospedali, dalla Responsabile dell’oncologia pediatrica dell’ospedale di Locarno, dal Primario di pediatria dell’ospedale di Bellinzona, dalla Responsabile delle cure infermieristiche dell’EOC e dalle Capo-infermiere dei due istituti. Nel contempo la Responsabile dell’oncologia pediatrica è stata nominata alla funzione di Medico caposervizio con il compito di realizzare il trasferimento entro fine dicembre 2007, data a partire dalla quale continuerà nella sua funzione nella nuova sede. Il progetto di trasferimento prevede lo spostamento a Bellinzona delle attività, delle competenze e del personale medico e infermieristico interessato a proseguire la propria attività in quest’ambito e attualmente attivo all’Ospedale regionale di Locarno. Di conseguenza nessun posto di lavoro andrà perso o soppresso. La ragione alla base del trasferimento all’ospedale di Bellinzona - condivisa e confermata anche dal Gruppo svizzero d’oncologia pediatrica ( SPOG ) dell’Istituto svizzero per la ricerca applicata sul cancro ( SIAK ) - è da ricondurre al fatto che attualmente tutte le principali sotto-specialità cliniche pediatriche (cardiologia, nefrologia, neurologia, cure intermedie pediatriche ecc.), rispettivamente la chirurgia e l'anestesiologia neonatologica e pediatrica, sono già da tempo centralizzate in questo istituto. Questa situazione - unitamente alla presenza all'Ospedale San Giovanni di Bellinzona delle competenze e delle conoscenze offerte dall’Istituto di Oncologia della Svizzera Italiana ( IOSI ) - offre la possibilità di avviare e ulteriormente intensificare proficue sinergie a tutto vantaggio dei piccoli pazienti oncologici. Nel contempo sarà garantita la continuazione della collaborazione con il Kinderspital di Zurigo per la presa in carico di casi particolarmente complessi e per la formazione e l’aggiornamento regolare dei medici e del personale infermieristico. Questa collaborazione permette di continuare a partecipare a studi di ricerca clinica a tutto vantaggio dei piccoli pazienti che, da questo profilo, potranno contare anche in futuro su approcci terapeutici e di cura equivalenti a quelli forniti nei centri ospedalieri universitari d’oltralpe.

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