Laboratorio di Oncologia Sperimentale dello IOSI, risultati positivi nei primi 4 anni di attività

06 marzo 2007

E’ stato presentato oggi a Bellinzona il bilancio dei primi 4 anni di attività del Laboratorio di Oncologia Sperimentale dell’Istituto Oncologico della Svizzera italiana (IOSI). Buoni risultati sono stati ottenuti negli studi di alcune forme di tumore alle linfoghiandole e nel campo dei tumori alla prostata; analoghe soddisfazioni sono attese nello studio di nuove terapie antitumorali.
Associato all’Istituto di Ricerca in Biomedicina (IRB), il Laboratorio lavora nell’ambito
• della farmacologia
• della biologia molecolare
• dello studio della struttura e del funzionamento del patrimonio genetico (genoma).

Il valore del Laboratorio per l’EOC L’EOC (Ente ospedaliero cantonale) - che ha riunito nello IOSI tutte le competenze nell’ambito dell’oncologia, dalla diagnosi, alla cura, alla ricerca - ritiene essenziale l’attività del Laboratorio. Tale struttura permette di trasferire appena possibile le conoscenze acquisite alla fase della sperimentazione e quindi alla pratica clinica. Insieme alla cura dei pazienti (38 mila degenti e 230'000 ambulanti all’anno), la formazione e la ricerca sono le colonne portanti dell’EOC. La ricerca promuove la qualità dell’assistenza e alimenta la formazione. E’ dimostrato nella letteratura scientifica che i risultati terapeutici sono migliori dove si fa ricerca. Riconoscimento cantonale Il Laboratorio impiega una quindicina di ricercatori, sotto la direzione del dr. Carlo Catapano. A soli 4 anni dall’avvio, la struttura ha visto riconosciuta dal Cantone l’importanza della ricerca svolta. Il Governo ticinese ha infatti stanziato a suo favore un contributo annuo di 375 mila franchi, per 4 anni, nell’ambito del sostegno alla ricerca biomedica svolta in Ticino*. Il contributo, sul quale si esprimerà prossimamente il Parlamento, si aggiunge ai finanziamenti pubblici e privati di cui beneficia la struttura. Il Laboratorio dello IOSI, pur nelle sue dimensioni modeste, sta facendo la propria parte nella ricerca contro il cancro, una malattia che nel solo Canton Ticino si manifesta ogni anno con 1870 nuovi casi, secondo le recenti informazioni del Registro cantonale dei tumori. * (Messaggio 5872 del 9 gennaio 2007, Credito complessivo di 78 mio di fr per progetti di rilancio economico e di sostegno dell’occupazione, nonché allo sviluppo della ricerca scientifica e delle energie rinnovabili 2007-2010; attualmente davanti al Gran Consiglio). Nel dettaglio Negli ultimi anni si sono avuti notevoli progressi nelle capacità di capire i delicati meccanismi che quando sono alterati portano allo sviluppo di tumori in determinati organi. La capacità di inviduare questi difetti sta inoltre portando allo sviluppo di tutta una serie di nuovi farmaci “molecolari” per contrastare in modo intelligente le conseguenze di tali difetti. Le principali linee di ricerca del Laboratorio dello IOSI riguardano lo studio delle alterazioni genetiche e molecolari in tumori alle linfoghiandole (linfomi) e tumori alla prostata, lo studio e la validazione di potenziali bersagli terapeutici, lo sviluppo di nuovi approcci terapeutici e la valutazione preclinica e clinica di nuovi farmaci. Tumori alle linfoghiandole, i risultati ottenuti - Il Laboratorio è riuscito recentemente a determinare, in un gruppo particolare di tumori alle linfoghiandole (linfomi), un gene sovrarappresentato e iperattivo. Nella fase attuale, la ricerca è volta a trovare le molecole più adeguate per neutralizzare la funzione di questo gene. I risultati raggiunti nella fase pre-clinica sono buoni; occorreranno almeno altri due anni per passare alla somministrazione di farmaci mirati a questo gene al paziente. Tutto ciò non sarebbe stato possibile se il Laboratorio non avesse creato una piattaforma tecnologica per analizzare l’informazione genetica contenuta nelle cellule alterate dalla malattia oncologica. Dapprima, utilizzando i reperti clinici, si studiano da una parte i dati relativi alla struttura dei geni nelle cellule anomale (DNA, Acido desossiribonucleico) per accertarne la quantità; dall’altra la funzione (RNA, Acido ribonucleico) per conoscerne l’attività. La ricerca produce un’enorme quantità di dati, per leggere i quali l’Unità di Genomica e Bioinformatica del Laboratorio ha messo a punto nuovi algoritmi dedicati espressamente ai dati di genomica; tali procedimenti porteranno presto ad una più precisa classificazione dei linfomi e ad una migliore comprensione dei fattori predittivi di reazione e di risposta ai farmaci. Tumori alla prostata - Analogamente a quanto realizzato nel campo dei linfomi, il Laboratorio ha attivato simili studi di genomica e biologia molecolare per identificare e classificare geni che concorrono allo sviluppo del tumore alla prostata e che rappresentano potenziali bersagli di nuove terapie antitumorali. In tale fase è stata individuata una famiglia di geni la cui attivazione o inattivazione contribuisce allo sviluppo di questo tipo di tumori. L’attività coordinata di tali geni è essenziale per lo sviluppo normale della prostata, ma un abnorme livello di attività porta allo sviluppo di tumori con caratteristiche crescenti di malignità. Contemporaneamente allo studio della funzionalità di tali geni, nel laboratorio si stanno mettendo a punto strategie per normalizzarne l’attività mediante l’uso di farmaci mirati e nuove molecole in grado di bloccarne l’attività a livello del genoma. Prossimità per curare meglio il cancro – Il Laboratorio di Oncologia Sperimentale dello IOSI è integrato nel concetto di “Centro d’eccellenza per il cancro”, (“Comprehensive Cancer Center”) cui fa riferimento lo IOSI, grazie al quale le conoscenze acquisite nell’ambito della ricerca possono essere trasferite il più presto possibile nella pratica clinica. Disponendo di questo Laboratorio si è potuto meglio coordinare, all’interno dello IOSI l’attività di ricerca clinica e applicata. E’ dimostrato che in un’organizzazione di questo genere le possibilità di curare meglio le malattie oncologiche migliorano: se la ricerca avviene in prossimità dei luoghi di cura, l’accesso ai nuovi farmaci è facilitato. Il modello seguito dal Ticino è pressoché unico in Svizzera e riflette i moderni criteri della ricerca traslazionale: i dati clinici del paziente sono analizzati presso il laboratorio, con l’obiettivo di sviluppare adeguate conoscenze della malattia e molecole da riportare al paziente sottoforma di nuovi farmaci. Là dove i nuovi farmaci sono già giunti al paziente, il laboratorio funge da centro di riferimento per studi clinici organizzati da gruppi di ricerca internazionali. Riconoscimento internazionale - I risultati delle ricerche sono stati più volte discussi nell’ambito di congressi scientifici nazionali e internazionali e pubblicati su varie riviste internazionali. Vari gruppi inviano al Laboratorio di Bellinzona materiale biologico da studiare e classificare, come pure materiale da analizzare prima e dopo il trattamento con farmaci antitumorali, così da determinare l’utilità della molecola in rapporto al profilo genetico del paziente. Ciò dimostra come il Laboratorio sia riuscito, in pochi anni, a guadagnarsi una vasta stima nelle cerchie mediche e scientifiche svizzere ed estere. Importante luogo di formazione - Attualmente presso il Laboratorio sono presenti, fra ricercatori provenienti da Svizzera, Italia, Inghilterra, Olanda, Stati Uniti e India, una decina di studenti di dottorato e tesisti. In questi primi 4 anni numerosi ricercatori hanno svolto il proprio dottorato presso il Laboratorio che è diventato un luogo riconosciuto nell’ambito della ricerca biomedica applicata. Il Laboratorio promuove anche momenti di formazione organizzati dallo IOSI e dalla ESO (European School of Oncology). Lo scorso mese si è svolto il corso “Nuovi farmaci in oncologia, dal laboratorio alla clinica”; nel mese di maggio si terrà un seminario su “Metodiche per studi traslazionali in oncologia”. Finanziamenti - L’attività del laboratorio è riconosciuta e finanziata dal Fondo nazionale svizzero per la ricerca svizzera, Oncosuisse, Fondazione ticinese per la ricerca contro il cancro, Fondazione San Salvatore, Fondazione per la ricerca e la cura dei linfomi. Inoltre sono attesi i già citati contributi da parte del Cantone. Carlo Catapano, medico oncologo, biochimico e farmacologo, è responsabile del Laboratorio; Francesco Bertoni, medico oncologo, è responsabile dell’Unità di Genomica funzionale e bioinformatica, e della linea di ricerca sui linfomi; Giuseppina Carbone, medico oncologo, è responsabile della linea di ricerca sui tumori alla prostata. Nei prossimi mesi il Laboratorio potrà usufruire di nuovi spazi nell’ambito dell’ampliamento della sede dell’IRB. Alla conferenza stampa sono intervenuti il prof. dr. Franco Cavalli, direttore medico dello IOSI, il dr. Carlo Maggini, direttore generale dell’EOC, il dr. Carlo Catapano, responsabile del Laboratorio di ricerca, e il dr. Francesco Bertoni.

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