Sabato 1. ottobre 2005 la Giornata internazionale dell’epatite C, che ricorre ogni anno, sarà sottolineata nella Svizzera italiana con una mattinata di informazione rivolta al pubblico nell’aula magna dell’Ospedale Civico di Lugano, dalle 9 alle 11.45. L’epatite C, rispetto alle altre epatiti A e B si caratterizza per l’elevata evoluzione verso la cronicità, nel 70% dei casi circa. Le persone che hanno contratto l’infezione se ne accorgono a distanza di diversi anni poiché di solito è senza sintomi specifici. Questo lungo tempo permette al virus di causare danni rilevanti alla funzione epatica e di compromettere la buona salute. Si spiega in questo modo la differenza tra il numero di persone portatrici del virus - si stima 70 mila in Svizzera, l’1% della popolazione - e quello delle diagnosi poste, appena meno della metà.
La mattinata del 1. ottobre è promossa dalla Fondazione per la ricerca sulla malattie virali di Bellinzona, con il patrocinio dell’Ente Ospedaliero Cantonale, del Dipartimento della sanità e della socialità e dell’Ufficio federale della sanità. La fondazione, nata nel 2003 per iniziativa di medici e ricercatori attivi in Ticino ha dato vita ad un laboratorio che lavora, con altri ricercatori d’Europa, allo sviluppo di un vaccino contro l’epatite C.
Introdotta dalla Consigliera di Stato Patrizia Pesenti, la giornata permetterà dapprima di conoscere il quadro esatto della situazione ticinese con la relazione di Mario Lazzaro, medico cantonale aggiunto. Andreas Cerny, medico, primario di medicina all’Ospedale Regionale di Lugano, e Jean Claude Piffaretti, biologo, direttore aggiunto dell’Istituto cantonale di microbiologia parleranno della diagnosi e delle terapie; sullo stato della ricerca sul vaccino interverrà il prof. Antonio Lanzavecchia, direttore dell’Istituto di Biomedicina di Bellinzona. La giornata si concluderà con un contributo della dr.ssa Claudia Steinemann, del Servizio trasfusionale della Croce Rossa Svizzera sulla sicurezza nelle trasfusioni di sangue e con la testimonianza di un paziente cui è stato trapiantato il fegato.
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Complementi d’informazione
La Fondazione per la ricerca sulle malattie virali
La Fondazione per la ricerca sulle malattie virali (Bellinzona) intende contribuire mediante la ricerca clinica e di laboratorio allo sviluppo di vaccini polivalenti, di test rapidi per la diagnosi precoce e di trattamenti specifici delle infezioni. Il campo di lavoro è soprattutto quello dell’AIDS e dell’epatite C. E’presieduta dal dr Jean Claude Piffaretti; membri del Consiglio sono: Fabrizio Barazzoni, Enos Bernasconi, Andreas Cerny medici; Francesco Lurati, docente Università della Svizzera Italiana e Marco Soldati, condirettore di banca. La fondazione si avvale pure di un Consiglio scientifico.
L’epatite C
L’epatite C è un’infiammazione del tessuto del fegato provocata dall’infezione del virus HCV. Fino ad oggi sono stati scoperti 5 diversi virus dell’epatite; quello dell’epatite C soltanto nel 1989. Si calcola che nel mondo il 3% della popolazione abbia quest’infezione, con grandi differenze da regione a regione. Rispetto ad altre infezioni, l’epatite C raramente sviluppa l’immunità; la guarigione riguarda perciò, purtroppo, soltanto una piccola parte di persone. La terapia farmacologica, se attuata in tempo utile, presenta buone probabilità di bloccare la malattia e di consentire la guarigione. La prognosi peggiore è lo sviluppo di una cirrosi epatica o di un tumore. Il virus HCV viene trasmesso mediante il sangue. Le persone più a rischio sono coloro che usano stupefacenti per via endovenosa (aghi infetti); anche il body piercing (tatuaggi) con strumenti non sterili è pericoloso. Molto basso il rischio di infezione dovuto a trasfusioni di sangue poiché dal 1990 vengono effettuati test specifici su tutte le donazioni e sugli emoderivati.