Due sculture di Consagra alte 4 metri all’Accademia di architettura e all’OBV di Mendrisio

05 febbraio 2004

In questi giorni vengono posate a Mendrisio due opere di grandi dimensioni in metallo dello scultore italiano Pietro Consagra. Le opere, alte circa 4 metri, con un peso, compresa la base, di circa 40 quintali sono state date in comodato dallo stesso artista per alcuni anni; abbelliscono gli spazi esterni del Palazzo Canavee, sede dell’Accademia d’architettura e dell’Ospedale regionale della Beata Vergine.

Le sculture di questo importante artista contemporaneo di tendenza astratta sono presenti in molte città europee e degli Stati Uniti. A Mendrisio vi giungono grazie all’amicizia tra lo scultore, l’arch. Aurelio Galfetti e il prof. dott. Giorgio Noseda e all’interessamento della dottoressa Maria Gabriella Di Milia. Con la posa di queste sculture del 1988 (si tratta di due unità di un medesimo tema affrontato da Consagra, “Oracolo di Tebe”), OBV e Accademia sottolineano il buon rapporto tra le due istituzioni. Esso nacque negli anni Novanta quando la scuola voluta da Mario Botta si insediò a Mendrisio potendo beneficiare di un diritto di superficie concesso dall’EOC per occupare la vecchia sede dell’ospedale. Consagra e l’architettura L’opera di Pietro Consagra, di assoluta modernità, è profondamente radicata nella cultura umanistica occidentale. L’affettuosa vicinanza all’architettura è data soprattutto dall’abilità dello scultore siciliano di lavorare con le masse, alla ricerca dei pieni e dei vuoti, dei contrasti e delle alternanze di un dialogo che appartiene pienamente anche al lavoro dell’architetto. Intensità di rapporto ora riconfermata dalla collocazione delle due sculture nei pressi di edifici così caratteristici per forme e dimensioni, come la scuola di architettura e l’ospedale pubblico. Ciampi: benemerito della cultura Pietro Consagra è nato nel 1920 a Mazara del Vallo, in provincia di Trapani. Recentemente ha ricevuto dal presidente della Repubblica italiana Carlo Azeglio Ciampi la Medaglia d’oro come benemerito della cultura e dell’arte. Un riconoscimento ulteriore per un artista che ha avuto l’onore di essere invitato alle rassegne più celebri, come la Biennale d’arte di Venezia, alla quale tra il 1950 e il 1986 ha partecipato 8 volte; o il Museo Ermitage di San Pietroburgo, dove nel 1991 ha potuto proporre una personale. La Galleria d’Arte moderna e contemporanea di Roma ha riservato all’opera di Pietro Consagra una sala permanente, inaugurata nel 1993. Una grande retrospettiva è stata proposta nel 2000 a Bolzano. La frontalità L’arte del maestro siciliano è caratterizzata dalla frontalità, dalla bidimensionalità, aspetti ben evidenti anche nelle due sculture installate a Mendrisio. L’opera - afferma Consagra - è bifrontale, con due punti di vista di uguale valore; aspetti che egli ha scandagliato fin dagli Anni Cinquanta, quando la pittura e il disegno furono per lui il campo d’analisi della frontalità, del contrasto tra figura e sfondo; concetti, poi, fissati in un manifesto che apparve nel 1949, quando, nel primo numero della rivista “Forma”, con altri artisti italiani (Accardi, Attardi, Dorazio, Guerrini, Perilli, Turcato) Pietro Consagra prese posizione in favore dell’astrattismo, “unica via per fare arte nuova”. Nella sua lunga vita ha conosciuto, avendo avuto con loro rapporti d’amicizia o di lavoro, i grandi interpreti dell’arte moderna come Jean Arp, Costantin Brancusi, Alberto Giacometti, Renato Guttuso; ha potuto anche “sbirciare”, a Parigi - dice l’artista nelle sue note biografiche - nello studio di Pablo Picasso. Negli Anni Sessanta lo scultore teorizzò la costruzione di una città interamente creata da artisti, composta di “edifici frontali”. Fra le sue opere di più grandi dimensioni c’è la Stella di Gibellina, nel Belice, in acciaio inox, alta 24 metri, spuntata nell’ambito della ricostruzione della città dopo il terremoto; una grande scultura di Consagra è stata collocata a Strasburgo, davanti alla sede del Parlamento europeo. Consagra ha rallegrato con le sue sculture anche il pubblico giovanile: ha infatti partecipato alla costruzione del Paese dei balocchi nel Parco di Pinocchio, a Collodi, arredandolo con 21 sculture. L’artista vive e lavora a Milano e Roma. Le due sculture di Mendrisio Le opere “Oracolo di Tebe”, del 1988, installate a Mendrisio richiamano la tragedia di Edipo, diventato vecchio e miserabile dopo aver scoperto di aver ucciso il padre e aver sposato sua madre, secondo quanto aveva predetto l’oracolo della città greca di Tebe. Gli dèi, tuttavia, conferiscono al vecchio Edipo un carattere soprannaturale. La vecchiaia, nella visione dei Greci, diventa così ambivalente; è sinonimo di degrado ma al tempo stesso messaggera di un mondo ignoto, negato ai mortali.

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