Venerdì 27 e sabato 28 aprile una cinquantina di medici della Svizzera e dell' Italia parteciperanno al Civico di Lugano al secondo workshop sugli sviluppi nella chirurgia ginecologica, con particolare riferimento all’endoscopia.
Grazie ad un affiatato lavoro di team, l’ospedale di Lugano è considerato un istituto-guida della chirurgia endoscopica in ambito ginecologico.
L’endoscopia (o laparoscopia) è una tecnica operatoria mini invasiva che sta sostituendo l’incisione della parete addominale, con grandi benefici per le pazienti. Oggi è possibile trattare con l’endoscopia, anche nelle situazioni più complesse, malattie come l’endometriosi, il fibroma, l’asportazione parziale e totale dell'utero. Il profondo taglio addominale è sostituito da piccoli fori in cui è introdotto un bisturi particolare.
Questi trattamenti, sviluppati in Ticino, hanno fatto scuola e stanno entrando nel know how di numerosi ospedali d’Europa.
Sarà proprio il team del Civico, condotto dal primario di ginecologia e ostetricia dott. Thomas Gyr a mostrare in diretta le esperienze più recenti, attraverso la trasmissione televisiva, sul grande schermo dell'aula magna, di alcune operazioni effettuate in tempo reale. I medici del Civico si alterneranno ad altri specialisti svizzeri e stranieri, come la finlandese M. Kauko, per insegnare le varie tecniche ai colleghi.
L’équipe del Civico mostrerà, in particolare, le tecniche d’intervento endoscopico mediante l’ultrasonisknife, bisturi dell'ultima generazione, alle cui applicazioni i chirurghi dell' ospedale regionale stanno lavorando intensamente. Lo strumento, che perfeziona i risultati ottenuti con il bisturi elettrico o a raggio laser, è mosso da vibrazioni ultrasoniche di intensità pari a 60 mila Hz. L’ultrasonicknife è gestito dai chirurghi al computer, grazie ad una microcamera che sormonta il bisturi. Il chirurgo opera direttamente dallo schermo, dove è raffigurato il campo operatorio.
Uno studio sull’argomento viene pubblicato in questi giorni sulla rivista “American Journal of Surgegy”. Esso è stato condotto fra il 1998 e il 2000 dai medici Thomas Gyr, Fabio Ghezzi, Semir Arlsanagic, Massimo Franchi, del reparto di ginecologia e ostetricia dell'OCL. Lo studio ha considerato 144 pazienti ricoverate per interventi di isterectomia; 48 di esse sono state trattate con l’endoscopia ad ultrasuoni, le altre 96 con l’intervento attraverso l’addome aperto (laparotomia). I risultati mostrano che le pazienti del primo gruppo hanno provato meno dolore, hanno assunto dosi assai più ridotte di medicinali anestetici, hanno ripreso a mangiare e a bere nelle 24 ore successive e sono rimaste in ospedale meno giorni (media di 3 giorni, contro 6), con evidenti benefici anche sul piano dei costi delle cure.
Complementi d’informazione
Un secondo lavoro, in preparazione, sempre condotto al Civico, riguarda interventi ginecologici determinati da tumori maligni, trattati con tecnica endoscopica ad ultrasuoni.
Il bisturi Ultrasonicknife, rispetto a bisturi funzionanti con energia elettrica e raggio laser, è più preciso nella dissezione, nel riscaldamento e nell’asciugatura dei tessuti, facilita dunque la coagulazione; produce inoltre lesioni termiche molto limitate. Il decorso post operatorio è nettamente migliore.
Il workshop di venerdì e sabato è stato voluto dopo il successo registrato lo scorso anno da un analogo seminario di chirurgia endoscopica in ginecologia.
Il simposio è organizzato dal Reparto di ginecologia ed ostetricia dell' Ospedale regionale di Lugano con il patronato del Gruppo svizzero chirurgia endoscopica.