Resistenze agli antibiotici

Lo sviluppo della resistenza agli antibiotici nei batteri patogeni è un tema sempre più attuale e allarmante. Il fenomeno ha coinvolto, tra gli agenti eziologici di infezioni acute, principalmente Staphylococcus aureus con la resistenza alla meticillina, Enterococchi diventati più resistenti alla vancomicina, Pneumococchi con una diminuita sensibilità alla Penicillina e ai macrolidi, Enterobatteri e Pseudomonas aeruginosa con resistenza a differenti classi di antibiotici.
Dall’inizio degli anni ’80 l’incidenza di Staphylococcus aureus meticillino-resistente (MRSA) è aumentata, raggiungendo in molti Paesi europei percentuali variabili fra il 10 e il 30%. Negli ultimi anni sono aumentati anche i casi di infezione da MRSA extra-ospedaliera. I ceppi di MRSA mostrano una resistenza crociata a tutti i beta-lattamici e assai spesso risultato insensibili anche ad altre importanti classi di antibiotici quali fluorochinoloni, aminoglicosidi e macrolidi.
Di maggior importanza appare poi la recente descrizione di stipiti resistenti ai glicopeptidi (vancomicina e teicoplanina) considerati farmaci di ultima risorsa nei confronti dei ceppi MRSA.
Per quanto riguarda i germi gram negativi, le problematiche emergenti sono rappresentate dalla diffusione massiccia, in alcune specie delle Enterobacteriaceae, delle beta-lattamasi a spettro esteso (ESBL), enzimi in grado di idrolizzare le cefalosporine di 3a e 4a generazione.
Sono pure in aumento, anche in Svizzera, i casi di infezioni causate da bacilli gram negativi produttori di carbapenemasi, enzimi con attività inattivante dei carbapenemi, considerati gli antibiotici di scelta per trattare le infezioni da germi produttori di ESBL.