Istituto imaging della svizzera italiana

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TAC Back

 Cos'è la TAC 

L’esame di tomografia computerizzata (CT) si basa sull’impiego di raggi X che permettono di ottenere delle immagini degli organi in sezione, in modo da studiarne la forma, le dimensioni e la loro densità per individuare delle anomalie che non possono essere studiate con le radiografie o l’ecografia.
 
L’esposizione alle radiazioni può essere nociva, tuttavia rispetto al passato il progresso ha permesso di sviluppare nuove tecniche che permettono di ridurre la dose radiante erogata. L’EOC è particolarmente attento in tema di radioprotezione, mettendo in atto secondo le ordinanze sulla radioprotezione adottate dal Consiglio federale, le seguenti misure che permettono di proteggere i piccoli pazienti:
 
  • realizzazione di esami le cui richieste sono appropriate e con corrette indicazioni (principio della giustificazione radiologica);
  • utilizzo della più bassa dose di raggi X necessaria per l’ottenimento di una radiografia che sia interpretabile per la diagnosi, secondo il principio ALARA (As Low As Reasonably Achievable);
  • limitazione della zona del corpo da esaminare, con impiego di filtri e protezioni;
  • documentazione delle dosi applicate;
  • formazione continua del personale tecnico e medico.
È importante che le mamme accompagnatrici incinte lo segnalino affinché possano essere prese maggiori misure cautelative.
 
L’esame CT in condizioni d’urgenza permette uno studio rapido e completo, consentendo un rapido trattamento qualora necessario. L’impiego di contrasto in vena permette un migliore studio degli organi e dei vasi.

Preparazione

È importante che l’esame sia eseguito a bambino digiuno se necessario contrasto o per studiare l’addome (3 ore dall’ultima poppata per lattanti fino a 3 mesi, 4 ore dall’ultimo biberon fino ad 1 anno di età, 6 ore dall’ultimo pasto fino a 3 anni, e dalla sera del giorno prima per esame programmato la mattina dopo oltre 3 anni di età).

Prima dello svolgimento dell’esame il personale ospedaliero, con l’eventuale aiuto dei genitori, provvederà a rimuovere abiti ed oggetti esterni metallici che potrebbero generare artefatti sulle immagini, limitandone l’interpretazione. Durante l’esame i genitori possono restare al fianco del loro piccolo per tranquillizzarlo, i tecnici di radiologia forniranno loro delle direttive affinché siano adeguatamente protetti da camice piombato, in posizione corretta. Vedere realizzare un esame al proprio bambino può indurre ansia ai genitori, qualora non desiderino restare accanto al piccolo, possono attendere in sala d’attesa, il personale della radiologia si prenderà cura del piccolo e li terrà informati dello svolgimento dell’esame.

Sedazione

In funzione dell’età e dell’impiego di contrasto può essere necessario richiedere una immobilità totale grazie all’impiego di sedativi, per cui il pediatra o, se necessario, il medico anestesista con la sue équipe provvederanno alla somministrazione e a sorvegliare il bambino durante l’esame.

Come si effettua

Affinché il piccolo non si muova può essere necessario l’impiego di fasce e cuscinetti. Se necessaria, l’iniezione di contrasto avverrà attraverso l’impiego di un ago o di un catetere, posizionato, in funzione della sua età, dai tecnici di radiologia o dagli infermieri di pediatria. Per ridurre il dolore potranno essere impiegati cerotti o creme anestetiche locali. Durante o dopo l’iniezione di contrasto saranno acquisite le immagini. I tempi di esecuzione dell’esame sono molto rapidi.

Rischi

In rari casi, il contrasto può causare nel punto di iniezione un ematoma, o può stravasare fuori dalla vena. L’intolleranza al contrasto si manifesta in sensazione di calore o nausea. L’allergia vera o orticaria è rara. Se il bambino ha reazioni allergiche note o ha già avuto allergie al contrasto è necessario segnalarle al tecnico o al medico. Il piccolo sarà tenuto in osservazione dopo l’esame qualora abbia ricevuto contrasto, qualora presenti tardivamente (a casa) arrossamenti sulla pelle o disturbi respiratori è importante rivolgersi e segnalarli al pediatra.
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