<p><strong>La Confederazione ha attribuito per la prima volta un finanziamento di 2,7 milioni di franchi all’Istituto Oncologico di Ricerca (IOR) di Bellinzona. La decisione è stata firmata nei giorni scorsi dal Consigliere federale Alain Berset, capo del Dipartimento federale dell’interno, che riconosce così l’elevata qualità del lavoro svolto da questa unità di ricerca, specializzata in oncologia sperimentale.</strong></p>
La struttura, aperta nel 2003 per volontà dell’Ente Ospedaliero Cantonale (EOC) e dell’Istituto Oncologico della Svizzera italiana (IOSI), beneficerà di un contributo globale, utilizzabile nel periodo 2013-2016, che garantirà così nei prossimi anni la necessaria continuità.
Situati presso la sede dell’IRB di Bellinzona, i laboratori occupano al momento 35 persone tra dottorandi, post-dottorandi e studenti. Diversi i ricercatori che hanno terminato con successo gli studi di dottorato partecipando a ricerche condotte nell’Istituto, affiliato dal 2010 alla facoltà di medicina dell’Università di Losanna.
Le ricerche in corso
L’attività di ricerca riguarda le terapie sperimentali e la biologia del cancro, con riferimento al tumore della prostata e ai linfomi maligni*. Per ottenere il contributo, il lavoro del laboratorio è stato “passato al setaccio” da una commissione di esperti internazionali ed è stato valutato dal Consiglio Svizzero della scienza e della tecnologia. Sinora in Ticino solo l’Istituto di Ricerca in Biomedicina ( IRB ) riceve simili finanziamenti dalla Confederazione tramite la Legge sulla ricerca.
Il passaggio alla Fondazione Linfomi
La gestione dei laboratori, dal punto di vista amministrativo, è stata sempre assicurata dall’EOC-IOSI ma da circa un anno si è reso necessario il passaggio ad un’altra istituzione, la Fondazione Linfomi, l’ente che ogni due anni organizza a Lugano il noto simposio internazionale con oltre 3 mila partecipanti. I finanziamenti federali, in questo campo, sono infatti attribuiti mediante la Legge sulle Università (il Ticino non è un cantone universitario nel campo della medicina) oppure la Legge sulla ricerca, che però esclude gli istituti pubblici gestiti dai Cantoni, come lo sono appunto l’EOC e lo IOSI.
Budget annuo di 5 milioni di franchi
Il budget annuo dello IOR ( Istituto Oncologico di Ricerca ) è di circa 5 milioni di franchi. 150'000 franchi sono versati dalla Città di Bellinzona mentre altri 350 mila dal Cantone.
Il rimanente della spesa per il funzionamento dell’unità è finanziato attraverso la partecipazione a bandi di concorso per fondi di ricerca di enti nazionali ed internazionali (“grant”), come pure da fondi messi a disposizione da Oncosuisse e dalla Fondazione ticinese per la ricerca sul cancro.
Medical Master School - riflessi positivi
L’attribuzione del finanziamento federale contribuisce a gettare solide basi per il progetto di Medical Master School, la cui realizzazione sta entrando ormai nella fase decisiva sul piano istituzionale. Dovrebbe pure facilitare il conseguimento di contributi più importanti per l’Istituto; in particolare lo IOR-IOSI ha chiesto un impegno maggiore da parte del Cantone, che aveva versato il proprio contributo a titolo provvisorio in attesa della decisione del Dipartimento federale dell’interno. Un altro beneficio è atteso nell’ambito della medicina altamente specializzata (MAS). Uno dei criteri che abilita un centro di oncologia come lo IOSI ad operare ad ampio raggio in tutte le discipline è infatti di disporre di laboratori di ricerca. Alcuni centri universitari ne sono sprovvisti.
L’attività dell’Istituto oncologico di ricerca – IOR
L’istituto, attraverso specifici gruppi di ricerca, si occupa di biologia dei tumori e terapie sperimentali. Ne è responsabile Carlo Catapano, MD PhD. L’obiettivo è di integrare la ricerca di base sui meccanismi di sviluppo e progressione dei tumori, quali ad esempio il cancro della prostata, con studi pre-clinici e clinici di nuovi farmaci. Il programma conta su numerose collaborazioni a livello nazionale ed internazionale con vari centri accademici, industrie e compagnie biotecnologiche e la continua collaborazione con i gruppi clinici dello IOSI e dell’EOC. Vi lavorano attualmente 35 ricercatori. Gli studi sono pubblicati regolarmente sulle riviste scientifiche internazionali. Alcune ricerche hanno ottenuto finanziamenti anche da parte dell’Unione Europea.
Programma di biologia dei tumori e terapie sperimentali
Carlo Catapano MD, PhD, responsabile e Group leader
Il Gruppo di terapie sperimentali si occupa dello sviluppo di nuovi farmaci anti-tumorali nell’ambito della biologia molecolare. Un fronte di grande interesse è lo studio dei processi di regolazione genica a livello epigenetico e trascrizionale e delle loro alterazioni in cellule tumorali. Il gruppo diretto dal Dr. Catapano sta studiando farmaci mirati a vari fattori di trascrizione, quali Stat3, NF-KB, Sp1 e Myc. Tali farmaci hanno mostrato attività promettente in modelli di cancro prostatico e in particolare in modelli di cellule staminali tumorali. Un farmaco diretto al fattore Stat3, studiato nei laboratori IOR, è attualmente in fase di sperimentazione clinica in uno studio di fase 1 condotto in collaborazione con più centri di ricerca negli Stati Uniti.
Si stanno pure sviluppando nei laboratori di Bellinzona nuovi approcci terapeutici basati sull’uso di piccole molecole di acido ribonucleico (chiamate “small RNA”) in grado di agire come ‘silenziatori’ e ‘attivatori genetici’, cioè di attivare o spegnere i geni coinvolti nella crescita e nella propagazione delle cellule cancerogene. La possibilità di interferire con tali processi è una delle vie più promettenti per lo sviluppo di nuove terapie anticancro.
Programma di Genomica funzionale e Linfomi
Francesco Bertoni, MD, responsabile e Group leader
I linfomi sono dei tumori delle cellule del sangue e delle linfoghiandole. Questo programma ha due aree di ricerca: lo studio del genoma dei linfomi e lo sviluppo di nuovi medicamenti attivi contro questo tipo di tumori. In questi anni, progetti condotti direttamente dal gruppo, e da altri al quale il gruppo ha attivamente partecipato, hanno portato all’identificazione di una serie di geni che, quando persi nelle cellule normali o quando presenti in un numero di copie più alto, portano alla formazione dei linfomi. La scorsa estate sono stati pubblicati i risultati del sequenziamento del genoma di un tipo particolare di linfoma, il linfoma marginale splenico: questo sforzo condotto principalmente da gruppi universitari di Novara e di New York e dal gruppo di Bellinzona ha, tra le altre cose, identificato, in diversi pazienti, mutazioni in un gene, NOTCH2, per il quale sono in sviluppo farmaci mirati.
Per quanto riguarda lo studio di nuovi medicamenti, il gruppo sta collaborando con diverse ditte per identificare nuove molecole che possono essere utili per la clinica. Proprio all’inizio di questo mese sono stati presentati ad un importante congresso a Dublino i primi dati di attività di un composto, chiamato OTX015, che fa parte di una nuova classe di medicamenti, e che verrà prossimamente portato nella fase clinica nell’ambito dell’Unità linfomi dello IOSI, coordinata
dal PD Dr med. Emanuele Zucca.
Biologia del cancro prostatico
Giuseppina Carbone, MD, Group Leader
In Svizzera, ogni anno 5'700 uomini si ammalano di cancro alla prostata. Per molti pazienti la malattia si può curare facilmente, ma quando il cancro forma delle metastasi, le speranze di guarigione si riducono notevolmente. E’ dunque importante impedire che si formino le metastasi. Purtroppo poco si sa, al momento attuale, sulla dinamica delle metastasi di questo tipo di cancro. In tale prospettiva sta lavorando questo gruppo di ricerca. Il team sta esaminando un gruppo speciale di geni che nelle cellule dei tumori della prostata sono spesso modificati. La maggior parte di essi favorisce la crescita dei tumori. Ma i ricercatori dello IOR hanno scoperto anche un gene che fa esattamente il contrario: inibisce, infatti, la formazione di cellule cancerose. I ricercatori di Bellinzona hanno identificato recentemente geni coinvolti in processi biologici rilevanti, come il controllo delle cellule staminali, che possono predire il decorso della malattia
(3 lavori pubblicati di recente nel 2012 sulle riviste “Cancer Research” ed “Oncogene”). L’obiettivo della ricerca è di riuscire a prevedere i tumori con il decorso più aggressivo per trattarli più intensamente, migliorando così le chances dei malati di cancro.
Oncologia molecolare
Andrea Alimonti, MD, Group Leader
L’attività di ricerca del gruppo di Oncologia Molecolare allo IOSI si focalizza sull’identificazione di nuove terapie sperimentali nei tumori, specialmente quelli prostatici. In questi laboratori si è recentemente identificato un nuovo approccio terapeutico per la cura dei tumori, basato sull’induzione della senescenza, un processo che fisiologicamente avviene nell’organismo umano durante l’invecchiamento, e consiste nell’arresto irreversibile delle cellule dei nostri tessuti. Una recente scoperta di questo Gruppo ha individuato che tale meccanismo può essere attivato anche nelle cellule tumorali contrastando lo sviluppo del cancro. Utilizzando dei nuovi trattamenti in grado di attivare la senescenza il Gruppo è stato in grado di ottenere delle risposte anti-tumorali significative nel carcinoma della prostata e in altri tipi di tumore. Questo nuovo modello terapeutico è stato definito “pro-senescence therapy” e ha destato notevole interesse nella comunità scientifica per le sue potenziali applicazioni terapeutiche. In questi ultimi mesi il Gruppo di ricerca ha ultimato il set-up della piattaforma di screening mirato all’identificazione di nuovi farmaci in grado di attivare la senescenza nelle cellule tumorali.
Partendo da una banca dati di circa 90’000 composti è stato selezionato un gruppo di 5’000 molecole in base al loro profilo chimico e al loro target. Al momento sono stati testati circa 1’500 composti target nella piattaforma di screening e l’attenzione si è quindi focalizzata su una classe di molecole in grado di inibire due geni molto rilevanti nel controllo della senescenza: l’oncosoppressore PML e NOTCH. Inoltre, prosegue la collaborazione con l’Istituto di Ricerca Biologica nel settore dell’immunoterapia dei tumori del carcinoma prostatico che ha portato all’individuazione di un nuovo inibitore in grado di riattivare la risposta immunitaria in tumori prostatici ormono-resistenti che hanno evaso la risposta immune anti-tumorale.
Per ogni ulteriore informazione, tutti i ricercatori sono volentieri a disposizione (www.ior.iosi.ch)