Oncologia medica
- Nello stadio localizzato: l’aggiunta della terapia ormonale (LHRH antagonista e agonista) di breve o lunga durata (fino a 3 anni) in associazione alla radioterapia a dosi curative è da valutare caso per caso. Lo scopo dell’aggiungere la terapia ormonale è quello di ridurre il rischio di ricomparsa della malattia.
- Nella malattia metastatica: la terapia ormonale rappresenta la base del trattamento bloccando la progressione delle cellule tumorali a livello delle sedi metastatiche (tipicamente ossa e linfonodi). In questo setting di malattia è stato dimostrato che aggiungere un trattamento chemioterapico o una terapia ormonale di nuova generazione alla terapia di deprivazione androgenica determina un miglioramento della sopravvivenza. La scelta di aggiungere un trattamento chemioterapico o una terapia ormonale di nuova generazione deve essere condivisa con il paziente tenendo conto delle caratteristiche di malattia, delle comorbidità ma anche del desiderio del paziente. Un elemento importante da prendere in considerazione nella scelta del trattamento è quello di garantire ad ogni paziente la migliore qualità di vita possibile dal momento che grazie ai trattamenti oncologici oggi disponibili riusciamo in molti casi a cronicizzare questa malattia.
- In caso di ricomparsa del tumore o di progressione di malattia in corso di un trattamento oncologico: i farmaci antitumorali hanno lo scopo di tenere la malattia sotto controllo e di rallentare la sua evoluzione.
Le cure mediche comprendono le terapie ormonali, la chemioterapia, le terapie biologiche o target (nel caso in cui il tumore presenti delle particolari mutazioni) o i radiofarmaci come il radium-223 o il lutezio-PSMA se le sedi tumorali captano ad un esame radiologico chiamato PET-PSMA (finora tale terapia è off-label in Svizzera, ma disponibile in un programma di uso compassionevole). Le terapie ormonali bloccano la stimolazione delle cellule tumorali da parte dell’ormone sessuale maschile, il testosterone. La chemioterapia distrugge le cellule tumorali che si stanno replicando. Le terapie biologiche agiscono su bersagli presenti solo su alcuni tipi di cellule tumorali. La terapia target invece blocca un pathway tipico che non funziona più se una mutazione particolare è presente a livello delle cellule tumorali come quelle a livello dei geni BRCA1 e 2. Tali mutazioni vanno ricercate a livello del tessuto tumorale della biopsia prostatica o della prostatectomia o di una eventuale biopsia di una sede metastatica. I radiofarmaci sono farmaci somministrati per via endovenosa dai colleghi della medicina nucleare in collaborazione con l’oncologia medica che determinano la morte delle cellule tumorali attraverso le radiazioni rilasciate da questi farmaci. Il radium-223 viene utilizzato nel caso in cui le sedi metastatiche siano presenti solo a livello osseo e nel caso in cui il paziente presenti una sintomatologia algica a livello delle sedi ossee. Il Lutezio-invece viene utilizzato se le sedi di malattia presentano un elevato uptake del PSMA (marcatore specifico presente in una buona parte dei tumori della prostata) ad un esame radiologico chiamato PET-PSMA.
Modalità di consulenza in cure palliative
Identificazione del paziente con bisogni di cure palliative
Terapia del dolore
- la valutazione globale bio-psico-socio-spirituale della persona malata;
- l’impostazione di un piano di cura che prenda in considerazione ognuna di queste sfere;
- obiettivi realistici e a breve termine secondo i desideri e i bisogni del paziente;
- la rivalutazione costante dell’efficacia della terapia e dei suoi effetti collaterali;
- la presa a carico interdisciplinare;
- la comunicazione e l’informazione costante e regolare con paziente e famiglia.